Sepolcro barone Marco Trigona, XVII sec., Cattedrale, Piazza Armerina
Sepulcher baron Marco Trigona, 17th century, Cathedral, Piazza Armerina

sabato 7 marzo 2015

Piazzesi GRANDI e piccoli / 1

Piazza Garibaldi, anni 20
Per darvi un assaggio delle istantanee di vita piazzese, che troviamo nelle poesie del poeta piazzese Carmelo Scibona (1865-1939), vi voglio far leggere questo sonetto in siciliano che parla di alcuni concittadini che si distinguevano per una virtù o un difetto non comune, a cavallo dell'Ottocento e del Novecento. Nel commento al componimento ci si pone questa domanda: "Che non sia la conseguenza della fusione delle varie stirpi venute in questo crogiuolo etnico linguistico?"

Òmini ranni

Fra ranni lu chjù ranni fu Pasquali¹
Fu n gèniu di cirveddu veru finu
A st'omu cussì lustru ed immurtali
Successi Peppi l'orbu e Modestinu².

E Mariu³, fra l'artisti fu n valuri,
La sò vuci faccìa mparadisari,
Di li ssò pezzi fici gran fururi;
"Tunnina riginedda di lu mari..."

Brasi, u tortu, fu n celebri tenuri*,
Tamagnu** nun lu poti superari.
Cungetta, a torta°, ni mpazzìu d'amuri 
Pi la sò vuci e li biddizzi rrari...
 (continua)

¹Era Pasquale Falciglia, lo stupido che il poeta, al tempo della sua fanciullezza, vedeva sempre con le pietre in mano. Una volta schiacciò la testa ad un ragazzino e si mise a gridare d'avervi trovato "sangue e materia".
²Pepi e Modestino, erano altri stupidi contemporanei.
 ³Era Mario Bologna, banditore di pesce che con la sua bella voce sonora dava una tonalità diversa a seconda del pesce bandito. In questo caso gridava la tonnina, reginella del mare.
*Era Biagio Lo Curto, altro banditore, brutto di faccia, torto di gamba e del braccio destro.
**Era il celebre tenore torinese Francesco Tamagno (1851-1905).
ºEra Concetta a Torta, detta così perché zoppa d'un piede. Squlibrata di mente, a casa si faceva la comunione con le ostie che le fornivano i farmacisti. Diceva sempre d'essere la pecorella smarrita che veniva condotta all'ovile. 
(tratto da C. Scibona, a cura di S. C. Trovato, I mì f'ssarì - U Cardubu..., 1997, pp. 210, 211)

Gaetano Masuzzo/cronarmerina



1 commento:

  1. Bell'esempio di poesia eternatrice che riesce a far sentire ancora vivi e presenti uomini e donne altrimenti uccisi dall'oblio dei libri di storia che,comunque,non potrebbero avere la ricchezza di colori e di emozioni di una bella poesia.
    GRAZIE ,perciò, sia ai poeti sia a chi li fa conoscere al grande pubblico.

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