Sepolcro barone Marco Trigona, XVII sec., Cattedrale, Piazza Armerina
Sepulcher baron Marco Trigona, 17th century, Cathedral, Piazza Armerina

domenica 12 gennaio 2014

Stemma di Piazza Armerina

Stemma di Piazza: d'argento, al palo di rosso con corona di titolo di Città

Stemma Aleramici: d'argento al capo di rosso

Stemma Città di Savona
La storia del nostro stemma ha inizio proprio 851 anni fa quando il re normanno Guglielmo I (1120-1166), dopo aver distrutto il precedente borgo, dà nel 1163 l'ordine al baiulo Alessandro e ad altri 8 illustri cittadini, di ricostruirlo sul Monte Mira. Assieme alla ricostruzione il Re concede il privilegio di avere nello stemma cittadino la caratteristica di quello dei marchesi Aleramici. Infatti, lo stemma aleramico aveva la parte superiore (capo) rossa che fu riproposta nel nostro nella parte centrale. Questo merito veniva assegnato perché ...a differenza degli altri Comuni di Sicilia aventi uguale origine, fu sede preferita dei membri della famiglia Aleramica*, tutti marchesi, i quali concessero il privilegio, condiviso con la città di Savona**, di raffigurare nello stemma cittadino le armi della "gens aleramica". D'argento al palo rosso la città di Placia; di rosso al palo d'argento la città di Savona; d'argento al capo di rosso la famiglia degli Aleramici.

*Dal 1089 insieme alla seconda moglie del conte Ruggero I d'Altavilla, Adelasia, arrivano nel nostro territorio cavalieri del Monferrato e di Savona, tra cui Enrico Aleramico che si sposa con una figlia del Conte, Flandina. Da Enrico e Flandina nascerà il secondogenito Simone, il quale nel nostro territorio contribuisce alla costruzione della chiesa di Sant'Andrea e favorisce l'arrivo dei Cavalieri Crociati Ospedalieri, che fonderanno le Commende di S. Giacomo e di S. Giovanni Battista.  
**L'abitato di Savona fece parte della marca sotto la giurisdizione del vero ed effettivo fondatore della dinastia aleramica, il marchese Aleramo (+ 991), a partire dal 967, anno in cui l'Imperatore del Sacro Romano Impero Ottone I di Sassonia gli donò un grande territorio tra i fiumi Orba e Tanaro.  Gaetano Masuzzo/cronarmerina

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