Sepolcro barone Marco Trigona, XVII sec., Cattedrale, Piazza Armerina
Sepulcher baron Marco Trigona, 17th century, Cathedral, Piazza Armerina

domenica 15 dicembre 2013

Famiglia Velardita

D'argento a tre vasi verdi fiammeggianti di rosso, posti due in campo e uno in punta.
Nel 1080 il nobile lombardo Aldoino Villardita trapianta la famiglia Villardita (alias Vilardita, poi Velardita) in Sicilia. Nel 1296 fra i tanti feudatari lombardi che arrivano a Plasia c'è la famiglia Villardita sostenitrice di Casa Sveva. Nel 1340 Santolo Villardita deve partire esule per Pisa avendo appoggiato la politica del partito latino o ultramarino dei Palizzi. 1396 Bernardo Villardita ottiene per eredità dai San Miniato di origine fiorentina il feudo di Racali presso Butera e, per aver sposato Barbara, l'unica figlia di Blaschello Lanza, possiede Imbaccari Inferiore, il Casale di Favarotta e il feudo Bifara in terra di Licata. Inoltre, dal 1396, Bernardo ottiene la baronia dei Censi dei Mulini di Piazza e di S. Andrea, il Mulino di Donna Guerrera e dal 1399 il feudo di Bessima. Nel 1403 è Castellano di Licata e nel 1410 è Castellano di Placie e appoggiando il partito regio-catalano diventa prima Consigliere del re Martino il Giovane, dopo di re Martino il Vecchio. 1411 Bartolomeo di Villardita viene ucciso insieme a un altro nobile. 1420 Giacoma Velardita fonda l'Ospedale per gli Infermi chiamato Ospedale di S. Calogero e di S. Maria degli Angeli. 1421 Giovanni è barone di Bessima, di Racali, del Mulino di Donna Guerrera e dei Censi dei Mulini. 1444 Graziana, figlia di Giacoma, trasferisce l'ospedale fondato dalla madre nel piano S. Giuseppe. 1583 Filippo Vilardita è Priore dei Carmelitani a Mazzarino. Nel 1782 Antonino, Giudice delle appellazioni, è propritario a Rabugino e di Casa Santi.  1789 Antonio senior paga la cauzione per Antonio Genova-Parisi Senatore di Piazza arrestato per illeciti amministrativi. 1827 Giuseppe è Vicesindaco, 1837 Decurione e 1848 Sindaco per pochi mesi. 1828-30-37-39 il dott. Domenico Velardita è Decurione (consigliere comunale). Dal 1834 al 1837 e dal 1838 al 1844 mons. Vincenzo Velardita, arcidiacono della Cattedrale, diventa vescovo ausiliare della Diocesi essendo lui titolare in partibus di Gortina (isola di Creta). Nel 1838 e nel 1840 è nuovamente vescovo ausiliare della Diocesi. 1837 il dott. Giovanni Velardita è Decurione e nel 1839 il dott. Gaetano Velardita è Decurione che contribuisce al prestito al Parlamento Siciliano. 1842 Antonio junior pubblica all'età di diciott'anni alcuni giornali letterari e versi e prose in 7 volumi (1824-1909). 1848 Achille, Giuseppe, Rosario e Nicolò partecipano al prestito al Parlamento Siciliano in preparazione della guerra ai Borboni; Nicolò è Tenente della Guardia Naz.le Rivoluzionaria, mentre Gaspare è Capitano Comandante e nel 1853 è Sindaco; Rosario è aiutante maggiore della Guardia Naz.le. 1860 Antonino e Salvatore sono tra i 34 componenti rivoluzionari che si riuniscono in casa del dott. Vincenzo Bobifacio (oggi via Bonifacio) e decidono per la rivoluzione il 18 maggio. 1861 Antonino diventa Consigliere Comunale. 1864-1938 Giacomo è pittore. 1914 il prof. Salvatore è Consigliere Comunale. 1930 Giuseppe Velardita, sacerdorte aidonese, è parroco di S. Veneranda e Gran priore di S. Andrea. 1938 Nicolò Velardita, figlio di Giacomo, professore di disegno al Magistrale è Regio Commissario (Sindaco) e segretario Politico del Fascio di Piazza (1891-1968). Gaetano Masuzzo/cronarmerina.blogspot.it

2 commenti:

  1. Complimenti vivissimi per la ricostruzione storica. Distinti saluti, Nicolò Velardita.

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  2. Nicolò Velardita è stato il mio professore di disegno e storia dell'arte all'istituto magistrale F. Crispi a Piazza armerina,fino al 1949,anno in cui mi diplomai.Molto bravo e buono.Anche lui fu un bravo pittore ma delle sue opere non ho mai sentito parlare

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